martedì 13 agosto 2013

quel giorno di vento non ce n'era. Neanche un filo. Entrò nella stanza e tossì, facendo rimbombare il colpo di tosse per tutto l'atrio e il soffitto della casa antica. Poi trovò finalmente, nel sottoscala, la valigia e le altre cose che erano rimaste li  - la penna, lo stantuffo stanco d'inchistro con cui egli spesso la riempiva, per far sgorgare da lei quella linfa alfabetica che si assorbiva nella carta lasciando sbaffi blu qui e li, come su di un compito fatto male. Cercò il guanto anche in soffitta, ma non lo trovò. La casa, di li a poco, sarebbe stata calcata da altri passi, ed altri odori l'avrebbero poi caratterizzata, diventando un'altro ambiente, non più riconoscibile. Eppure, molti odori sarebbero rimasti in memoria, incancellabili, come quello della stufa appena accesa, oppure quello del ragù che difficilmente potrebbe assomigliare alla cucina di chi ci sarebbe entrato. Ricordò anche che la penna era appartenuta a sua nonna, come il bastone con il capo d'argento, il servizio da tavola, l'argenteria. Avrebbero venduto tutto, e solo alcuni antichi mobili sarebbero rimasti nell'altra casa, quella appena acquistata, per ricordo, nostalgico, di un mondo antico che fa venire ancora oggi il nodo alla gola. Non c'è più quel luogo, se non nel ricordo. Non c'è più quel sapore, quella voce, e neppure quel dolore o quel fastidio. Non c'è più, tranne dei nomi in atti d'archivio conservati in chissà quali uffici provinciali. Così decise che almeno la penna se la sarebbe tenuta. La pelliccia l'avrebbe data a sua moglie, che comunque non l'avrebbe indossata, lei che proprio di pellicce non avrebbe mai voluto sentir parlare. Meglio un bel gioiello, l'aveva sempre sentita dire. Ma decise che ogni tanto un regalo non desiderato poteva essere un modo di trasmettere il senso di quell'esistenza dei tempi andati. Una porzione di storia, così, che non sarebbe mai stata vergata in lettere, che non avrebbe mai incontrato l'interesse del pubblico o dei media, una frazione di vita, di mondo, cancellata senza alcuna preoccupazione. Poi prese il berretto e il cappotto, e si diresse, lento, verso la porta anteriore, dando ancora uno sguardo incerto alle pareti, alla scala, al sottotetto, e al tappeto sporco che di li a poco sarebbe stato staccato definitivamente dal pavimento per essere sostituito, forse, da un magro parquet. 

Nessun commento:

Posta un commento