giovedì 13 settembre 2012



La sposa di notte

La sposa di notte, dalle bianche vesti
che adornano i lucenti suoi fari,
la sposa del mare, ondeggiante, solca la rotta inconsueta,
costellata d’argento e foschia,
e dal niente, riaffiora nel blu.
Veliero incantato, di bianco ammantato, inondato da raggi di luna e di luce stellare,
riporta il lontano ardore, l’amore è vicino ormai, e consegna i sussurri alle onde e al destino.
Il firmamento e l’orizzonte, come sempre, ci raggiungono,
e noi pregni di sole, assonnati e innevati di sabbia grigia e dorata, camminiamo su sponde fresche e rapprese, punteggiate di corallo e conchiglia.
L’umida battigia presto cancella le nostre tracce,
per accoglierne nuove  - e noi torniamo al vento di giorni già visti.
Forse un giorno dipingeremo assieme la porta del nostro cuore.

venerdì 17 agosto 2012

poems more poems




Le chiavi appese a un filo. La porta aperta.
Una porzione del mio giardino si specchia in me. Sento il tuo odore, ascolto le tue parole, vedo i tuoi occhi.
Il secondo dì del mese di Maggio, campane spiegate, il paese in festa.

 
L’artista
(sed..)


Talento
D’artista,
Descrive a pennello,
Tra i rami, fronde e foglie,
Abbagliate e rose dal sole.
Lontano, luccica il mar.
Il cuscino
Piegato in due,
Poggiato dietro al letto,
Vicino alla sedia.
La struttura di legno intagliato, in cucina,
Sostiene l’agile sedia imbottita di piume.


Skyline

Profilo segnato,
Dietro al grande bastione, s’innalzano nubi più fitte e dense.
Lente, muovono il cielo, grigie, pesanti, di rabbia e livore.
C’è un senso del mare, bagliori ambrati, marrò e smorzati, che prima del tramonto mormora e sussurra, portandosi via la spiaggia, e in parte, me.
Ecco il vecchio casolare, il dirupo fitto e minaccioso, la scogliera e le onde che s’infrangono in essa.
La vecchia strada, irta di calcinacci e polvere in ogni dove, e pezzi di lamiera e vetro, raggruppati in un angolo, e il cielo distratto dalle rondini che parlano al meriggio.
Ulula il vento negli anfratti di roccia e lascia traspirare un’ombra di mare. I nidi nascosti dietro la paglia, tra le fronde alberate, e sotto la roccia asciugata dal sole.
La torre ci guarda, come un faro o una guida diurna. Il castello, che una volta c’era, ora non c’è più. Solo pochi rami e una fetta di luna separa questa chiazza marina dal resto del mondo. Il sole, il mare e il vento aprono stelle e solcano lidi, ma solo un raggio sfiora il contorno della rotta sempiterna che abbraccia la torre e il bastione.   


The Well

When the well swam into view all that was left was the moon and the sky.
When the sadness came through it was too late to even ask why.
When the final tear was cried there was no one left to dry it.
When the lashes started fluttering, somehow the heart followed their rhythm, pumping out new life with every breath. There was really a little bit of him inside her.

sabato 21 luglio 2012

il senso del fiume

Andare contro il senso del fiume, a volte, significa trovare un fiore appena nato in cima alla collina..

l'artista


L’artista
(sed..)


Talento
D’artista,
Descrive a pennello,
Tra i rami, le fronde e le foglie,
Abbagliate e rose dal sole.
Lontano, luccica il mar.
Il cuscino
Piegato in due,
Poggiato dietro al letto,
Vicino alla sedia.
La struttura di legno intagliato
Sostiene l’agile sedia imbottita di piume.

domenica 3 giugno 2012

what comes after - cosa c'è dopo..

What comes after -

      the funereal dance macabre -
            the steps they take to make you go from here to there
                  the tone is altered, along the hollow 'done-undone' lines-
                       to that you go, to that you return.
                          Mirth, they say, is but another way to cry.
                              The fake nothingness which follows
                                   is but a willed-out extension of our life's void.
   
The act was performed, the sane got saved.

The dead kept quiet.

The willow-trees gently chanted, in whispers, its song to well-trained ears.

per modena -earthquake

Si muove

La risacca muove costante fango e terra,

rode il fianco al fiume che torbido attornia le mura dell'antica città.

Polveroso e spento, il rudere sopra la roccia nasconde germogli intinti di brina, e assetati di sole.

Solo le nubi muovono il fisso paesaggio.

Il lungo cammino comincia a oriente e lento, in discesa, tra scogli e pietre, si spiega in mezzo ai dirupi fitti d'erba, a un passo dal mare.

Ma dietro non vento, non pioggia, a osteggiare l'irto percorso;

alle spalle del cielo, sotto la luna e di fronte al mare, si apre una notte d'estate.

sabato 21 aprile 2012

è certo che..

è certo che,

seppur velati gli occhi e le gambe dolenti
stanche di tanto cammino
ardono i cuori e le mani
e stringono al petto le amatissime immagini
che intrattengono i sogni e l'amore che sempre ci abbraccia.

Non più timore perciò, orsù, ancora un grido, un fremito, un battito -
la vita ci scuote, ci muove, e toglie di dentro noi l'ardore che mai si ferma.
Inutile così tentar di dar posa a impavidi gesti e parole;
ed ardui percorsi, un giorno, che infine, ci portino alla gioia più alta,
all'amore più puro.

venerdì 20 aprile 2012

Il sole sale all'orizzonte
staglia frange ambrate
su prati di ghiaccio e nubi
il freddo azzurro e limpido
taglia la luce al giorno
poi si sposa alla sponda marina
Piano, un rivolo bagna il selciato
di ghiaia e sassi ora gelidi e roventi nel cielo d'agosto.
L'acqua sveglia timide stelle alpine e disseta la terra,
che tocca il fiume e poi la collina.
Alberi assenti, infine, aspettano future fronde e possenti rami,
che adornino i radi tronchi e diano ombra all'altopiano.
Tutt'intorno, la luce ci abbaglia, e cancella ogni orma o recente impronta del gesto d'amate carezze, e toglie l'anima al cuore che batte e ribatte, e scandisce l'eterno, per me.

sabato 3 marzo 2012

triad of poems


Nell’aria

Ed ecco nell'aria, la musica, il sapore di te, mordo lacci di tempo, tocco i capelli, ti abbraccio e ti sento mio. Fronde leggere si baciano al sole, fiori di marzo si affacciano al mondo. Sempre il pensiero mi avverte di te, da avversi momenti ci avvisa, e ci offre la nuda realtà. Torno dal sonno, ti guardo, mi giro e son nata.

 

Notte accesa

Caldo vento, sogno, fumo, aria spenta, laccio sciolto.
Lucida polvere e ovattati silenzi, lunga notte, scuro mattino.
Lieve si alza, ali di ferro e ghiaccio, si libra immobile, per ore, sospeso.

Poi, la lunga discesa verso posti ormai raggiunti, prima distanti.
Cala la sera, dopo il tramonto, e tiepide braccia abbracciano i mille ritorni amorosi.

Non tutti chiusi

Non tutti chiusi, gli occhi e le palpebre
e i pugni che scrivono
non tutti chiusi
al sole e sotto gentili fronde
e sabbiose strade.

Tintinnio d'estate,
ricordo di matrimonio
subitaneo e serale.

Le vesti larghe e aperte,
allargano il solco del viso e dei lunghi sorrisi.

Aperta quindi la finestra,
la donna si pose a mirar l'orizzonte.
Oltre sè vide il resto, gli odori, i colori,
gli uccelli e il mare.
Sospinte dal vento e slegate da riva,
si gonfiano e sgonfiano vele,
e piccoli rivoli appaiono a lucidare il mare.
E' giorno dunque, la mano scandisce momenti tonali.
E' giorno e si aprono gli occhi e il cuore e la mente svegliano gli animi carichi di sonno.
Non tutti, dissi, non tutti, ancora alcuni, dissi, dormono ancora.
Altri, già sognano strade diverse in posti non noti.
Abbiamo sostato in più punti, che ora appartengono agli altri, e noi non siamo più li, ma quei luoghi sanno di noi, hanno il nostro odore, profumo, sapore, e sembra di poterli toccare, saggiare, sentire.

La donna guardò ancora il mare, poi chiuse le imposte e prese le chiavi. Con la borsa e gli occhiali da sole, ed in testa un cappello. scivolò via di casa, entrando nel mondo di fuori.


di longo il mar


Di Longo il Mar


È li che sorge il sole
 Sassi, siepe e calore
Pioggia che cade e il tepore si infrange, flutto di un
Arido fiume; leggiadra neve, si posa di notte.
Onda sul mare, che spinge barca e risacca,
Ghiaccio, luce e fioco rossore;
Lento tramonto, alberi al sole,
Brina, sabbia, nebbia e foschia, ricordo..un mattino..
‘Pioggerellina..Fina fina’..come la bruma e la pioggia d’aprile, è li, che torna la sera, irrorata di stelle.

non posa


Non posa



Non posa, risuona, nell’atrio, la vecchia campana.
Mai stanca, la mamma lavora di primo mattino,
Ben pronto si affaccia il destino.
Di giorni festosi e di lazzi gioiosi,
Di lievi o affannose fatiche,
Di lenti sbadigli, frammisti all’odore del sonno.

Stanco, il vecchio si allaccia le scarpe, si guarda e, impettito, scruta i segni del mondo, e il suo volto riflesso in un secchio. L’acqua, traspare di pietra in pietra, bagna il monte, disseta la gente. Piano, freme la foglia, e canta col vento che abbraccia la valle.

Il folto bosco accarezza i petali di mille fiori, che presto, colorano il prato.
La stanca farfalla si affida al meriggio, e fragile e antica, tocca l’erba e si libra a mezz’aria.  

Pochi, radi capelli, che il pettine a stento raccoglie.
Il vecchio esce di casa, con lenti passi scende le scale e si porta al pianterreno.
Con forza imprevista, apre il grosso portone ed emerge, raccolto da panni ormai lisi.

Ecco di nuovo il bavero, la giacca, l’incedere sghembo, e il lezzo dei vicoli attorno al vecchio casato, che fu di nobili un tempo, e che egli acquistò.

Una volta per strada, si dirige in città.

Certo, calata la sera, poche stelle si fingono ancora sopite.
La luna si affaccia a guardare la notte, il vecchio, e il mondo che torna da perigliosi affanni.
Il lungo lavoro diurno contrasta e rinfranca isolati notturni pensieri. Il vecchio guadagna i suoi sogni, respira, e guarda al mattino con occhi più mesti.  

Con mezzi non certi costruisce, a fatica, un pur vero futuro.
 La sfida del sogno diviene realtà.

rage (infuriata)


Rage  (infuriata)

La rabbia
L’inferno
La neve, la nebbia,
Il ritorno.

La siepe
Il solaio
La luce
Il chiarore.

Li giunti dormimmo,
Lui sulla panchina,
Io stanca, dipingo,
In riva, pastelli e colori vivaci.

La pioggia, la bruma, la brina ed il freddo
Si sciolgono, e insieme, si mischiano al vento.

Ritrovo il cammino, nel ghiaccio salato di un mare sabbioso –
Sotto mille sguardi, e mille fragori.
Per finta, per scherzo, è arrivato l’inverno.

improvviso silenzio


Improvviso Silenzio

Uno strano, lontano piacere
Mi rischiara l’animo, e mi sveglia il cuore.
Un sopito, improvviso silenzio, un battito d’ali, onda che mangia la spiaggia.
Fremito, tremito, poi l’alba,
Torna a domare
Il frastuono che ho intorno.

Il dolce sapore di te
Mi legge negli occhi,
Mi conta le stelle,
Mi scuote con rabbia.

Ascolto parole dorate
Del frastuono del mare. 
Lontano, nel buio, nel sogno,
Un sospiro, un frammento, un ricordo.

Il fruscio del vento, gli scuri stipiti della porta,
Aperta a metà, socchiusa, del cuore.
Ti guardo, ti sento e respiro.
La luce da dentro traspare.
Affiora, fioco, il lento dolore,
E la lieve, triste sponda frange i miei flutti.
Da qualche parte, un giorno, lo so,
Saremo insieme.

assoluto silenzio


Assoluto silenzio

L’assoluto silenzio, la mancanza estrema
di un qualsivoglia flebile, malcelato segno, distrugge, nella quiete, i nostri cuori.

Si perdono gli animi, e il vero nemico è il destino avverso di chi ci sta intorno.
In battaglia o in guerra, non si va mai soli. Se un cencioso stendardo onore non fa alla sua terra, la vittoria gli ridà la gloria, e il suo popolo ritrova comune afflato.

Il vecchio piega il foglio antico, da immemori anni rinchiuso nel cassetto intarsiato in legno scuro. A grandi lettere, sedata, la sua grafia. Giovane, appose egli allora gli affastellati pensieri poetanti.

Rigira il foglio tra le mani, per metà tinto di grigio e ocra, certo dovuto a sigari e cenere di venti e più anni or sono. Ricordò con quale penna e in che stanza fu scritto. Le opposte mozioni, i fischi, le grida, le promesse disdette, le minacce, il turpiloquio, l’offesa. L’orgoglio e la pena.

Fu come un istante, rivide sua moglie al suo fianco. Si lasciarono come si lascia un lungo, caldo sogno. Lieta figura di coppia rappresa, incastonata nella cornice nuziale. Gabbia dell’anima, quella. Come guado insicuro, o sabbie mobili, fu rada e perdurante illusione. Sempre tesa all’orizzonte, che diventa sabbia e pietre, e mare, e sale e sole.

Sentiva, ella ormai, di non sentire più. Di non vedere più. La morte e la notte pensarono a strappargli quel sogno. Il suo seguito, cifra vitale, veglia sangue e dolore che pulsa in vene bluastre, fu il prosieguo e l’ignoto.

Il vecchio posò il foglio, sentì il suo fiato nel fumo del sigaro, seppe distinguere il suo nome da quello di tanti altri, giovani, bimbi, donne, uomini, che sanno contare le stelle, seguire e descrivere i segni del cielo in mille colori, e pregare ‘Dio nostro, il Signore Gesù’. Si alzò, posò la giacca, e tornò a sognare.  

lunedì 27 febbraio 2012

why am I there -


Why - am I there
Left to interpret
Sifting out dreams
 Thinking of words
Calling our names
Shaping our worlds – imagining
His thoughts of her,
Escapee, a dreamer fencing out reality;
their bond of love, revisited, restored,
thriving anew, brought together to face the sand and the stones.
Shying away from the sun, and furthest still from the moon,
The silent star stretched its quiet progress, out and up, before and past the sunset and the horizon.

domenica 5 febbraio 2012

l'uomo di dentro


L’uomo di dentro


L’uomo di dentro che non c’era più,
L’uomo che dentro non era se stesso
Fuori divenne rabbia e passione.
L’uomo che dentro sentiva il dolore
Parlava di se, dei suoi sforzi, della luna e del sole.
Si mosse, nella sedia, prima di leggere ancora il libro e piegare gli occhiali.
Chiuse il giornale, e aperta la lettera giuntagli di primo mattino, l’uomo vide la nuova poesia, la lesse, poi, chiese a sua madre di leggerla anch’ella.
Dopo, sulla spiaggia, sotto la casa, lieve, la sponda del mare toccò le sue caviglie chiare. Sentì freddo, e si ritrasse di colpo. L’uomo scoprì, al tatto, che tutto era ancora sotteso, da una grigia linea, e che solo gli occhi acquei di sua madre avrebbero un giorno svelato per lui la realtà. 

è passato il vento


È passato il vento,

Ha sfiorato il cuore,

Ha trovato il suono, il nuovo giorno, l’amore.

Un silenzio assente, un sonno prepotente, e il lento ritorno ai nodi alla gola,

Al chiaro bagliore scandito dal pianto,

Alle lacrime asciutte, ormai, sul viso segnato.

E’ passato il vento,

E’ sorto poi il sole, lieve, dietro nuvole rade e contro il cielo gelato.

E’ passata la pioggia, è tornato il tepore, più caldo, del candido amore,

E’ una nuova giornata di sole, giocano, al mare, i bimbi che corrono, pieni di sabbia.

Penso a noi, a te, al futuro. Penso a chi ancora non c’è. Penso a chi tornerà.

E’ passato il vento.

martedì 24 gennaio 2012

poem - there


There

There, there’s a sliver of my soul, near your heart,
 your smell, your likeness ensconce and caress my mind, like a gentle feather offered to the wind, a silent plume bathed in dark ink dotting our thoughts, smeared in the sky, like diamonds resplendent in the blazing sunset.
There, after the ruins and the half-finished landscape, and trees bent down by the gales and gusts of dusty yellow amber evenings – there, by the lake, amidst the rocks, in a whirlwind of tears and dry autumn leaves, our hearts still beat to the rhythm of a perfect timing, unimpeded, flowing, moving our still forms as we rest enamoured, watching the willows sink in shiny, shallow waterbeds.